mercoledì 10 febbraio 2016

san valentino e romanticismo

Ho paura di raccontare quanto t’amo.
Ho paura che, ascoltato il mio racconto,
il mio cuore si spaventi
della follia dell’amore
e si spezzi per la felicità e il tormento.

Nikolàj Mìnskij

quotidianita'

comunque qua sono tutti incavolati che non si pattina sui canali da tre inverni, grazie al cielo direi io.

gli inverni sono stati caldi e senza neve, grazie al cielo dico io.
peccato dicono loro.

allora. 
vi racconto un po' di quotidianita',  visto che non ce l'ho e ne sento la mancanza. mi mancano un po' di cose oggi, sono un po' preoccupata in generale per le cose che accadono/non accadono e quindi niente, mi angustio, cosi', senza veri grossi motivi. o forse i motivi sono talmente grandi che fatico ad accettare siano grandi e cerco di minimizzarli. ci ho provato ad andare dalla psicologa per rendere meno contorti i miei pensieri, ma ho rinunciato. e quindi ecco i miei pensieri belli contorti.

quotidianita'. dunque la quotidianita' e' importantissima quando ti manca. 
belle palle quelle delle persone che dicono che poi si cade nella routine, che e' meglio avere sempre nuove sfide. palle.
e' vero, la vita senza sfide e' piatta. ma chi lo dice? credo che fonte dell'evolvere della natura umana sia il cambiamento dentro di noi, il migliorarsi, porsi sfide e superarle, porsi limiti e andarci vicino, mettere qualche ostacolo nella propria vita per superarlo. ma le sfide che la Vita e il Destino talvolta ci pongono sono veramente tosti da superare. 
oggi ho letto uno dei miei blog preferiti, ecco una frase che mi ha colpito molto:

I tempi te li insegna il corpo, ti dice quando sei pronto, purtroppo quasi mai sei pronto ad ascoltarlo. Anche da adulto, hai fretta di dimenticare e ti intestardisci a togliere la crosta a una ferita che resta sempre aperta. Ti butti in nuove storie improbabili con l’ansia di andare avanti oppure ti ostini nelle vecchie che ti fanno male, ancora e ancora. Così non si creano mai le cicatrici della maturità, così c’è solo carne al vivo.

(Enrica Tesio, https://tiasmo.wordpress.com/)

comunque pezzi della mia quotidianita' sono: 
il nuoto, vado a nuoto adesso
il coro, canto in un coro adesso
un quaderno dove segno le cose e i pensieri
preparare la tazza con la bustina della tisana per la colazione successiva, la sera prima, su un vassoietto
essere autoironica e divertente con i miei amici, cerco di dar loro la parte piu carina di me
essere di supporto vero a mia sorella, qualsiasi cosa accada
non lavare le tovaglie, mai (puo' essere annoverata come quotidianita' il non fare una cosa?)

giovedì 4 febbraio 2016

dovrei

dovrei

- imparare a non cambiare umore alla velocita' della luce
- essere costante negli esercizi per il culo, cosi' mi diventerebbe perfetto
- imparare a dire stop ai biscotti cosi' da A) poterli di nuovo comprare, B) sapere avere un limite che mi permetta di non mangiarli tutti in una volta
- essere piu' serena, accettare, un po' tutto
- capire come si mette il blush
- riprendere a correre
- essere piu' forte
- credere ancora di piu' in me stessa

mercoledì 3 febbraio 2016

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A me e' sempre piaciuto scrivere. Mi piace raccontare le cose che mi succedono e questo anche nella realta', mi piace parlare, dire le cose che vivo, gli aneddoti, i libri che leggo, cosa mangio, cosa provo, sempre.
Sono una chiacchierona.
Alle superiori mi ricordo che nonostante io pensassi di essere brava a scrivere, lo stesso non lo pensava la mia prof di Italiano. Mi metteva sempre 6 di tema, o 5 e mezzo. Non me ne capacitavo. Pero' ora sarei curiosa di sapere se i miei voti sarebbero sempre gli stessi, oppure non dovendo piu' disquisire su temi di attualita' ma potendo parlare solo delle mie stupidate, avrei possibilita' di aspirare all'8.

Sono passati due anni dall'ultima volta che ho scritto.
E sono volati.
Non lo so in realta' se nel bene o nel male.
La vita va, prosegue. Succedono cose, tante cose, e spesso ci si lascia trascinare, cercando piu' o meno intenzionalmente di essere felici.
Uno dei miei obiettivi costanti e' quello di essere serena, di trovare la pace in me e nella mia vita.
Stare qua in Olanda non ha aiutato moltissimo la mia innata ansia e le mie continue sensazioni di inadeguatezza. Ma in fondo in fondo sono giunta alla conclusione che fa parte di me, questo non sentirmi appartenente sono io. Non potro' mai sentirmi "a casa". Nemmeno a Torino prima di emigrare mi sentivo a casa. Mi sono sempre sentita fuori luogo.

E ho deciso di accettare che mi sento cosi'.
Non posso cambiare la mia essenza, o essere continuamente in questo stato d'animo di ansia, di attesa di un futuro che chissa' come mi faccia 'sentire meglio'. Non arrivera' nessun futuro a farmi sentire diversa. Io sono cosi'.
Punto.

E non ci posso fare niente.

Ma posso accettarmi.

E non posso continuare a sentirmi *temporanea* in questa vita che mi sono scelta.
Ho deciso di sentirmi a casa.
Altrimenti non si va avanti.


Grosse novita' in due anni non ce ne sono state. A parte che ho viaggiato tanto, mi sono lanciata in cose nuove a lavoro e che ho una maledetta tendinite all'anca che mi stoppa da qualche mese.

MA PASSERA'.

TUTTO PASSA.

e io sono forte come una roccia!

venerdì 31 gennaio 2014

di tutto restano tre cose

Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.


Fernando Pessoa

mercoledì 29 gennaio 2014

ditemi che passa

Ditemi che poi passa.
Ditemi che prima o poi passa questo senso di non appartenenza.
Ditemi che uno a un certo punto inizia a sentirla come casa sua.
Ditemi che uno ci mette l'impegno e poi di punto in bianco, capita, sei a tuo agio.
Ditemi che succede.

Perche' io diciamo che sto bene, mi ambiento, coltivo amicizie, faccio cose, mi integro, faccio.
Ma poi quando viene la sera, mi sento un po' perduta, ancora.
Anche dopo 7 mesi.
E mi chiedo se sono io che sono lenta ad adattarmi o se e' normale.
Io sono quasi certa di avere una curva di adattamento molto lenta.
Ma vorrei conferme.
Vorrei qualcuno che mi dicesse: Passa.
Vorrei qualcuno che mi dicesse: Vedrai che i momenti in cui ti senti persa saranno sempre meno.

Non mi lamento eh, l'ho scelto io e lo so.
Sono pure fortunata.
Lavoro qua in questo mega fighissimo ambiente multi cultural e mi sento onorata quando lavoro su missioni spaziali. A dirla tutta mi gaso un casino e mi sento fighissima. Ma sempre un po' perduta quando viene sera.
E quando devo inforcare quella maledetta bicicletta, non ne ho voglia ecco.
Ci sono momenti in cui mi vorrei solo catapultare indietro, nella mia vecchia vita, con le mie cose, i miei amici, il mio lavoro vicino casa, tutto li'.
Ma mi rendo conto che questo smaterializzarmi e rimaterializzarmi indietro nel tempo non e' possibile. Proprio no.

Quindi.
Che fare.
Dunque.
Me lo chiedo.
Cerco di essere positiva.

Ho iniziato il 2014 con dei grandi propositi e ho deciso di fare dei micro obiettivi ogni settimana, per spezzare il tempo e avere visioni di breve periodo.
Funziona sapete?
Ok, sono solo 4 settimane che applico il piano, ma funziona.
Mi scrivo realmente cosa posso e cosa desidero fare, degli obiettivi, dei goal.
Sportivi, affettivi, lavorativi.
Piccole cose che so di poter fare.
Non cose irrealizzabili.
E le ho fatte tutte finora.

Cerco di farcela si, per quanto sia difficile.
Forse non sono io a essere lenta. Forse é naturale.
Una persona prima di partire mi ha detto:

Devi superare il primo anno. Se superi il primo anno e' fatta, ci puoi stare tutta la vita la'. Guarda me.

Lei viene dal Brasile e ora e' a Torino.
Ma a Torino e' facile stare. E' la mia citta' :)

Scherzo.

:)

venerdì 24 gennaio 2014

da una lettera di Luca Parmitano

"E se il bivio sarà impervio - quando gli ostacoli sembreranno insormontabili, quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo - sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro."